domenica 5 marzo 2017

Tempo di Carnevale


Tempo.

Mi aggrappo a questi pochi giorni di maschere e di musica per tirare il fiato e riordinare la stanza.
La scuola è chiusa; anch'io sono fermo mentre tutto, fuori , è in movimento:  la strada, le macchine, i “grandi” che lavorano, grossi titoli sui giornali che mi sfiorano soltanto, come notizie dallo spazio.
È una sensazione che mi dà molta pace. “Ci mancherebbe”  – “a far nulla!”.

Qui, ora, mi sento bene. Sistemo le schede dei bambini, i progetti degli scout. Ci sono fogli ovunque, molti da scartare, altri da etichettare, pinzare e impilare con criterio: reminiscenze del buon tempo speso in biblioteca. Questo non lo considero tempo perso. In ogni cassetto c’è qualcosa, chissà se i miei sogni potrebbero davvero chiudersi qui, pinzati e ordinati in scatole di legno.

Martedì grasso 2017
Sento il mio corpo stanco, provato, non lo capisco. 
Per questo, forse, mi avventuro poco all'aria aperta.
Mi limito allo stretto indispensabile: il Menti, le Barche, Venezia, nei giorni che la rendono così diversa, così viva.

Ho tempo, aspetto Chiara che deve studiare. Insieme giochiamo, come dice mio papà, “alle costruzioni”. È un gioco costoso e intelligente, mi sorprende ogni volta, uno di quei giochi al quale non ti stanchi mai di giocare, ricordo di un tempo lontano.

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