lunedì 28 dicembre 2015

Nuovo collocato:


Allora intervengo con una serie di foto che fotografano le mie scelte del passato e futuro recente. Ovviamente mi ritraggono ancora una volta lì: tra Contrà Porti e Contrà Riale.


Questa volta però mi trovo in ultimissimo piano, con delle aggiunte personali.
a)un compagno di viaggio.
b)un lavoro che possiamo considerare tale.
c)un ufficio.
d)qualche sguardo da una parte all'altra del chiostro.
e)quella vicentinità tutta condensata che non riesco proprio mai a levarmi di dosso.

"La vicentinità è la facoltà di tradurre in passioni intellettuali, astratte, le passioni reali. La costante tendenza, cioè, a frenare e forse dissolvere prima del loro compiersi quei moti dell'animo, del pensiero e della carne che conducono ai fatti e, di conseguenza, alle conseguenze, Cioè, ancora, una forma di prudenza, di diffidenza, di avarizia che potrebbe apparire anche solo borghese, o per meglio dire di amministrazione dei sentimenti che tende inesorabilmente alla staticità, alla immobilità, al monologo e non al dialogo, insomma alla fantasia, alla nevrastenia, talvolta alla narcisistica follia" (G. Parise - G. Piovene, Un sogno improbabile, 1963)