domenica 13 ottobre 2013

37, avenue Washington


Nel pomeriggio mi sono trovato da solo. Capisco che è normale solo fino a un certo punto: oggi è una mia decisione, anche se succede a tutti, succede spesso. Sento che a conti fatti è una mia responsabilità: insomma che è un momento dove voglio la mia casa, quella degli affetti più sicuri, che non devi conquistare, meritare, coltivare ogni giorno magari rischiando molto, provando anche a sbagliare, con nuove persone.

Sono da solo e lontano da casa, e in questi istanti molto veri mi rendo conto di approfittare degli affetti, sia di quelli già imbustati, sia di quelli in arrivo. È una libertà che mi prendo da qualche anno, un’altalena che dondola in modo troppo irregolare, insomma un gioco pericoloso, in bilico fra le mie paure e i sentimenti di chi mi guarda, di chi impara a conoscermi e ad amarmi. So di giocarci ma faccio finta di non saperlo.

Mi convinco di non saperlo.

È bene questa distanza anche per questo: per capire a quale gioco sto giocando.
Ci vinco o ci perdo? Ci gioco?
Più volte so di staccare la presa, credo in molte occasioni. Ma di questo, non riesco ancora a darmi una colpa: non sono d’accordo con i coraggiosi che insistono a urlare sempre tutto, e che poi la questione si risolve. Non lo credo vero perché a voler scovare ogni cosa, a voler dare parola e forma ai pensieri più brutti, poi si finisce per ingigantirli, si arriva a farli vincere su quelli luminosi e questo è un gran brutto errore, peggio di “è” senza accento.
Mi sento così solo in questa stanzetta dove accolgo e respingo le persone, e so che domani non sarà più così, che troverò un altro pensiero per tenere occupata la mente.
Ma intanto continuo a comportarmi de cette façon, felice di conquiste fin troppo facili, scontate. Cristo, capisco il perché della divisa, per me in particolare: è la sicurezza di una gioia enorme, un giubbotto salvagente che mi fa piangere dal bene, dalla serenità di correre con calma.
Mi dico che dovrei avercelo sempre addosso.



Poche sono le cose che mi rendono sempre forte come la rupe, ci ritorno sorridendo al solo pensiero, una roccia che è solo mia.