mercoledì 18 maggio 2016

Il lotto delle donzelle



Piegato e nascosto tra le pagine di un libro settecentesco, oggi ho trovato questo bigliettino. Esteticamente brutto e apparentemente non importante, ho pensato di ignorarlo. E invece l'ho guardato meglio, l'ho studiato, e ho imparato che fra le mani tenevo un biglietto del gioco del lotto, sì, quello che oggi trovi in tabaccheria.

Questo biglietto viene da Venezia, ovviamente, la città più magica del mondo, quella con più storie; e viene dal passato. Ora ho questa piccola e vecchia testimonianza proprio fra  le mani, come spesso succede, io che sono tutto proiettato nel passato e così poco nel futuro.


Anna, Maddalena e Caterina. Biglietto del lotto trovato 3 secoli dopo da me
Già dalla fine del XVI secolo, questo gioco - al tempo gestito dallo stato - si chiamava Lotto delle Zitelle. Al tempo, la donna non aveva ancora la sua emancipazione, al punto che un buon matrimonio, e una buona dote, era l'unica prospettiva di vita. Potevano ambire alle nozze le ragazze benestanti, i migliori partiti insomma, mentre venivano penalizzate le più povere che non potevano arrivare alle nozze. 
Ecco allora questo gioco: ogni numero era abbinato a una di queste donzelle, e a seconda delle estrazioni cinque sorteggiate venivano premiate con tot ducati ciascuna. 

Ma non è finita qui! Infatti, in questo Lotto, non si potevano puntare le quaterne e le cinquine, in modo da determinare una più equa distribuzione di vincite, non "grandi vincitori" ma tutta una serie di piccole e piccolissime vincite, spalmate sulla bella Venezia
Le estrazioni erano due, al massimo quattro, ogni anno.  


Una scommessa e una bella somma, per decidere da sole cosa fare della propria vita e di quale uomo innamorarsi. 

Ecco: mi capita per le mani questa storia e penso: giocavi al lotto e lo facevi (anche) per beneficienza. 
Chissà che ne hanno fatto - queste signore - dei soldi, chissà se ne hanno approfittato per scegliere una bella casetta tutta loro, a Venezia, o per costruirsi un bel sogno a sfondo lagunare, come capita anche a me molte volte, forse anche troppe volte.




 

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