lunedì 5 febbraio 2018

Molta gente va in giro senza testa

Il lavoro nelle scuole elementari doveva essere temporaneo e invece, proprio come in Italia, niente è più definitivo del provvisorio. Eccomi in un’altra scuola, stavolta dedicata al grande poeta dei piccoli Gianni Rodari. È tempo di Carnevale, vacanze, maschere e lavori a tema.

La Rodari diventerà anche un seggio, dopo Carnevale. Io, al primo giorno in ogni nuova scuola, mi trasformo in sociologo-sondaggista ed indago le tendenze politiche del nuovo contesto territoriale. Questa volta con le classi quinte. Ecco in esclusiva le domande più rilevanti: 1 - Cosa vuoi fare da grande? 2 - Qual è la materia ti piace di più? 3 - Quale di meno? Perché? 
Mentre osservo che, su 24 intervistati, la maggioranza (60%) non è di famiglia italiana, alla televisione danno la notizia dell’attacco razziale a opera dell’ultrà di Salvini.

La domanda 1 mi sorprende per l’originalità di risposte, ben 21 sono diverse, uniche (solo 2 calciatori e 2 youtuber si ripetono). Grandi! Sentite le loro idee: maestra di asilo, truccatrice, chirurgo, archeologo, venditore, avvocato, ostetrica, banchiere, zoologo, paleontologo, scienziato, camionista, astronauta, attrice, stilista. 

È carnevale. Non insegno italiano, ma una filastrocca intelligente, inventata da chi dà il nome a questa scuola, è Carnevale di Gianni Rodari. Il protagonista è un cappello senza testa che passeggia tranquillamente per le strade di una città; le persone, vedendolo, reagiscono con le solite parole, quelle che - in tempi di elezioni - vomitiamo un po’ tutti. Ottima la risposta del cappello: «- È scappato dalla vetrina! / - Certo, è un cappello ladro! / - Portatelo in guardina!». Ma il copricapo gli risponde per le rime: «- Calma, - disse il cappello, / - oggi ogni scherzo vale. / Molta gente va in giro senza testa / anche quando non è carnevale».

Nella domanda numero 2, nettissima vittoria (quasi il 50% degli intervistati) per Scienze e Storia. Il 40%, invece, non apprezza Religione. “Non mi piace perché sono di un’altra religione ed è noiosa” dice S., “la maestra è severa, e io sono ortodosso”, dice invece A. Riguardo Storia, invece, “sono interessanti i popoli evoluti”, secondo A., mentre a D. “interessa sapere le civiltà vecchie”, “e poi ci sono i greci!” (dice R.). Un po’ come per Scienze, perché “mi piace scoprire delle cose che non so su di me” (A.).


 "Carnevale" di Fernando Bandini, in "Santi di Dicembre", Garzanti, Milano 1994.
Anche Fernando Bandini dà voce ad un bambino, vittima di incubo strano: durante un giorno di carnevale, in una via, il piccolo incontra un tizio travestito da donna grassa che lo ferma e lo invita nella sua casa tentandolo con dolci e giocattoli: «Ciò, bel toseto, vuto / vegner su a casa mia? / Go confeti e coriandoli, / un trenin co la susta / che fa tuu tuu, na bela scuria e un burlo...». Il bambino lo segue ma una volta entrato nell'edificio scopre di avere a che fare con un mostro e esclama: «Mama, che 'l ga 'l cortelo! / Mama, che 'l perde bava / da la dentiera come un can buldò!». 

Chissà se qualche maestro sia davvero - per loro - un can buldò. Quanto a me, can buldò è quel leader politico che sguazza nel mare incontrollato della violenza razzista e fascista. Certo è che ai ragazzi dell’anno 2007 piace molto la studiare la polis, conoscere le diverse forme di democrazia, i modi di vivere, l’organizzazione sociale, l’arte; e poi l’impero di Alessandro, il primo a distruggere i confini fra Occidente ed Oriente, greci e persiani; il suo grande sogno cosmopolita di cancellare tutte le barriere del mondo, aprire al commercio, ai flussi migratori, allo sconosciuto.

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