La Rodari diventerà anche un seggio, dopo Carnevale. Io, al primo giorno in ogni nuova scuola, mi trasformo in sociologo-sondaggista ed indago le tendenze politiche del nuovo contesto territoriale. Questa volta con le classi quinte. Ecco in esclusiva le domande più rilevanti: 1 - Cosa vuoi fare da grande? 2 - Qual è la materia ti piace di più? 3 - Quale di meno? Perché?
Mentre osservo che, su 24 intervistati, la maggioranza (60%) non è di famiglia italiana, alla televisione danno la notizia dell’attacco razziale a opera dell’ultrà di Salvini.
Mentre osservo che, su 24 intervistati, la maggioranza (60%) non è di famiglia italiana, alla televisione danno la notizia dell’attacco razziale a opera dell’ultrà di Salvini.
La domanda 1 mi sorprende per l’originalità di risposte, ben 21 sono diverse, uniche (solo 2 calciatori e 2 youtuber si ripetono). Grandi! Sentite le loro idee: maestra di asilo, truccatrice, chirurgo, archeologo, venditore, avvocato, ostetrica, banchiere, zoologo, paleontologo, scienziato, camionista, astronauta, attrice, stilista.
È carnevale. Non insegno italiano, ma una filastrocca intelligente, inventata da chi dà il nome a questa scuola, è Carnevale di Gianni Rodari. Il protagonista è un cappello senza testa che passeggia tranquillamente per le strade di una città; le persone, vedendolo, reagiscono con le solite parole, quelle che - in tempi di elezioni - vomitiamo un po’ tutti. Ottima la risposta del cappello: «- È scappato dalla vetrina! / - Certo, è un cappello ladro! / - Portatelo in guardina!». Ma il copricapo gli risponde per le rime: «- Calma, - disse il cappello, / - oggi ogni scherzo vale. / Molta gente va in giro senza testa / anche quando non è carnevale».
Nella domanda numero 2, nettissima vittoria (quasi il 50% degli intervistati) per Scienze e Storia. Il 40%, invece, non apprezza Religione. “Non mi piace perché sono di un’altra religione ed è noiosa” dice S., “la maestra è severa, e io sono ortodosso”, dice invece A. Riguardo Storia, invece, “sono interessanti i popoli evoluti”, secondo A., mentre a D. “interessa sapere le civiltà vecchie”, “e poi ci sono i greci!” (dice R.). Un po’ come per Scienze, perché “mi piace scoprire delle cose che non so su di me” (A.).
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"Carnevale" di Fernando Bandini, in "Santi di Dicembre", Garzanti, Milano 1994. |
Anche Fernando Bandini dà voce ad un bambino, vittima di incubo strano: durante un giorno di carnevale, in una via, il piccolo incontra un tizio travestito da donna grassa che lo ferma e lo invita nella sua casa tentandolo con dolci e giocattoli: «Ciò, bel toseto, vuto / vegner su a casa mia? / Go confeti e coriandoli, / un trenin co la susta / che fa tuu tuu, na bela scuria e un burlo...». Il bambino lo segue ma una volta entrato nell'edificio scopre di avere a che fare con un mostro e esclama: «Mama, che 'l ga 'l cortelo! / Mama, che 'l perde bava / da la dentiera come un can buldò!».
Chissà se qualche maestro sia davvero - per loro - un can buldò. Quanto a me, can buldò è quel leader politico che sguazza nel mare incontrollato della violenza razzista e fascista. Certo è che ai ragazzi dell’anno 2007 piace molto la studiare la polis, conoscere le diverse forme di democrazia, i modi di vivere, l’organizzazione sociale, l’arte; e poi l’impero di Alessandro, il primo a distruggere i confini fra Occidente ed Oriente, greci e persiani; il suo grande sogno cosmopolita di cancellare tutte le barriere del mondo, aprire al commercio, ai flussi migratori, allo sconosciuto.
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