domenica 28 febbraio 2021

Tempo e valore

365 giorni fa circa scorrazzavo con la mia Opel usata comprata di fresco i miei amici per colli romagnoli a seguire il Vicenza.

Oggi ho imparato il virus, soprattutto e per fortuna, dietro a uno schermo. Monitor che è diventato parte integrante, fondamentale della mia giornata. Alla mattina, al pomeriggio, la sera. Io confesso che mi pesa tanto, tantissimo. Mi sono mancati questi ultimi giorni di strana primavera, mi manca l’aria, giocare a calcio, una passeggiata in montagna,  il bicchiere di vino in posti spesso gli stessi.
Per il mio lavoro e le mie passioni, basate sulla relazione, è fatica questo tempo virtuale.


Tutti dicono che un tempo "sospeso" dovrebbe farci percepire di averne di più, di tempo, che urge rallentare, trovare tempo per le passioni, per la famiglia, eccetera. Ma è così? Mah! 
Io non credo di avere una vita "difficile", siamo tutti chiamati allo straordinario, ad af-fidarsi. 
Rifletto sullo spazio “libero” di questo tempo: ce n'è meno, ce n'è poco. 
Io lo impiego nei Consigli comunali e nelle commissioni. Vedo Chiara poco e niente, un’ora o due prima del coprifuoco, la sera. 

“Forse è un anno giusto per sperimentare e investire su stessi”,  anche questo si dice. Questo sì: ho una casa da costruire per vivere, una università per formarmi come insegnante, dei ragazzi da trovare e agganciare alla sedia o alla realtà, per non morire di noia, apatia! Scrivo questo per spiegare che la fatica che provo serve e che è quella di tutti.

Qualche impressione su comprare e ristrutturare casa: servono tanti tanti soldi, che richiedono rinunce, molto tempo e competenze, ed è importante chiedere aiuto ed essere aiutati.

You know what? fuck it!

Mi consola la collega di lingue, quando mi appaiono nuovi obblighi burocratici, spuntano regolarmente dal registro elettronico. Mi metto nell’ottica di fare quello che posso delle circolari che riesco a leggere. Trovare più tempo per le lezioni. 

Qualche impressione sulla cattedra di italiano: entro ed esco dalle classi con la perdurante impressione di sbagliare. Non ho un programma definito, parlo troppo. Mi piace, è difficile.

Le ore pomeridiane all’Università sono lunghe, interminabili, mi fanno arrivare la sera con gli occhi rossi, mi addormento appena dopo cena senza riuscire a leggere i libri che sono in comodino e che avranno uno spazio non solo fisico nella piccola biblioteca della nuova casa.

Le mie lezioni preferite sono quelle di poesia. Sono sempre stato un somaro in poesia, ma passo tante ore coi ragazzi a leggere e parafrasare con molte, forse goffe, licenze. Compendia il poco tempo a disposizione per organizzare le lezioni e di questi tempi lo considero valore, come il testo di Erri de Luca che leggeremo domani, che parla proprio di profumo, colore, materia, sapore. 

Chiederò di aggiungere un verso. 

⌛✏

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.