Siamo tornati a percorrere Strada Sant'Antonino in direzione Rettorgole,
Ponte Marchese, Presidio.
I campi sono innevati, il tendone allestito come fosse un grande circo,
tutto molto più colorato ed elegante rispetto a dieci anni fa.
Comunque le sensazioni rimangono le stesse, uguale la musica e simili
anche le facce, quelle di sempre. Ci arrivo in macchina, non più in bici con l’obbligo di tornare entro
mezzanotte.
Parcheggiando, si distingue nettamente, in tutta la sua maestosità, la
lunga striscia di palazzi e di luci (ma perché così tante?) della caserma
americana: a vederla così non fa paura, sembra quasi normale, pare essere lì da
sempre.
Sarebbe interessante scrivere una storia di quegli anni, un racconto
preciso e dettagliato: mi piacerebbe leggerlo per ricordare cosa capivamo noi –
allora – della Questione. Di sicuro noi
vicentini ci siamo divertiti molto, ci abbiamo speso molto: tempo, energia,
pedalate, lenzuola bianche che sparivano di casa, pennelli, colori.... A scuola non si parlava d'altro: almeno io, pessimo studente qual ero. Base americana, Partenza, scuola, compagnia, tutto si mischiava creando qualcosa di unico e di vero.
Ponte Marchese rimane un luogo importante. Ora c’è il sogno quasi reale di un
enorme Parco. C’è anche - ancora - un tendone che fa musica, e poi la strada verso le nostre montagne. Infine, una chicca: la chiesetta di San Martino, una piccola, meravigliosa, antichissima cappella a
pochi passi dal Ponte, anch'essa da presidiare in questo pezzo di città.