365 giorni fa circa scorrazzavo con la mia Opel usata comprata di fresco i miei amici per colli romagnoli a seguire il Vicenza.
Per il mio lavoro e le mie passioni, basate sulla relazione, è fatica questo tempo virtuale.
Io non credo di avere una vita "difficile", siamo tutti chiamati allo straordinario, ad af-fidarsi.
“Forse è un anno giusto per sperimentare e investire su stessi”, anche questo si dice. Questo sì: ho una casa da costruire per vivere, una università per formarmi come insegnante, dei ragazzi da trovare e agganciare alla sedia o alla realtà, per non morire di noia, apatia! Scrivo questo per spiegare che la fatica che provo serve e che è quella di tutti.
Qualche impressione su comprare e ristrutturare casa: servono tanti tanti soldi, che richiedono rinunce, molto tempo e competenze, ed è importante chiedere aiuto ed essere aiutati.
You know what? fuck it!
Mi consola la collega di lingue, quando mi appaiono nuovi obblighi burocratici, spuntano regolarmente dal registro elettronico. Mi metto nell’ottica di fare quello che posso delle circolari che riesco a leggere. Trovare più tempo per le lezioni.
Qualche impressione sulla cattedra di italiano: entro ed esco dalle classi con la perdurante impressione di sbagliare. Non ho un programma definito, parlo troppo. Mi piace, è difficile.
Le ore pomeridiane all’Università sono lunghe, interminabili, mi fanno arrivare la sera con gli occhi rossi, mi addormento appena dopo cena senza riuscire a leggere i libri che sono in comodino e che avranno uno spazio non solo fisico nella piccola biblioteca della nuova casa.
Le mie lezioni preferite sono quelle di poesia. Sono sempre stato un somaro in poesia, ma passo tante ore coi ragazzi a leggere e parafrasare con molte, forse goffe, licenze. Compendia il poco tempo a disposizione per organizzare le lezioni e di questi tempi lo considero valore, come il testo di Erri de Luca che leggeremo domani, che parla proprio di profumo, colore, materia, sapore.
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