Come sempre non capisci davvero quanto è importante un gesto, o una parola, fino a quando questa viene a mancare. C’è voluta questa strana stagione di giuste ma difficili limitazioni per capire quanto Monte Berico sia un posto speciale, non solo per i vicentini e non solo per i credenti. Da diversi anni percorro d’estate le strade dei nostri Colli Berici con ragazzi da tutta Italia: siamo soliti cominciare il cammino proprio dal Santuario.
Abbiamo il privilegio, qualche giorno prima della festa dei 8, di entrarci da soli, la sera, i frati ci fanno entrare in silenzio: noi e i ragazzi. Come è solito ricordarci Lorenzo, la fortuna è grande, visto il gran via vai di fedeli e celebrazioni durante le giornate. Camminiamo scalzi dentro la Basilica, grande e sfarzosa, e così facendo è più facile vedere oltre le decorazioni, i marmi, le grandi pale del barocco, spesso sinonimo di lusso e portatore di una teatralità che può ingannare, come contraddire, lo spirito del luogo.
Siamo soliti rimanere in silenzio, leggiamo le parole di In nome della madre di Erri De Luca e giriamo affidandoci ai sensi, osserviamo le offerte votive, qui raccolte in secoli di pellegrinaggi, arrivate da famiglie e persone di ogni tipo, ricche e povere, in situazioni di sofferenza e precarietà, ma anche per ringraziare, sperare. A prescindere dall'essere credenti o meno, è uno strano effetto provare a immergersi in questo forte legame con la Madonna, una intercessione ancora molto sentita, perché la si può sentire. Come noi tanti pellegrini arrivano dalla città e dai paesi vicini a piedi.
La Madonna è ben visibile quando entri in Santuario, dall’alto con il suo mantello protegge e come riscalda i supplicanti sotto di lei. Un grande tondo d'argento rappresenta l'apparizione a Vincenza Pasini, contadina di Sovizzo. È usanza che i pellegrini passino in corteo o da soli dietro l'altare, vicino alla statua, e accarezzino il medaglione con i bassorilievi. Così facciamo sempre anche noi, ed è una sensazione particolare: in questo momento non si può fare.
Credo fortemente che sia una ricchezza conservare questa tradizione e, coltivarla, e comunque la si pensi, rivolgere una preghiera come è stato in passato.
Dopo aver dormito a Monte Berico, partiamo. Nello zaino, a turno, teniamo questa semplice statua di Maria. Ci si dà il cambio per portarla. Tanti ragazzi, questi anni, l’hanno protetta e trasportata, pronta a entrare nel prossimo zaino.
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