Lo definirei un
misto di curiosità e ottimismo,
colori come al solito pigri e dormicchioni.
Sanno di arancione e giallo di giorno e la sera di rosa,
ovvero: felicità.
ovvero: felicità.
Finiscono gli esami, proprio tutti, per davvero.
Tutto passa liscio, fin troppo,
come con le cose importanti: non ci si pensa mai
troppo,
(o mai abbastanza?)… succede. e basta.
Ci si impone viaggi sul mare: côté française,
côté lagunare..
côté lagunare..
Progetto i viaggi, vado in viaggio, e poi – cosa buffa-
Torno, e li studio - i viaggi..
Continuo questo gioco che si gioca da soli,
mi trovo justement dentro a grandi libri e a storie
impossibili:
manca solo un cappello da navigatore, alla Corto Maltese (?-eheh),
intanto ho una colonna sonora! Accompagna le mie gesta.
Scelgo bella musica,
sento di
poter essere inesorabile,
di avere sempre ragione,
e senza farlo pesare.
-scrive Guido)
Vado dove si sta bene: Venezia, il sole, magari un vecchio
liceo, la Camargue.
Lì sì c’è profumo di posti belli e una tivvù sempre accesa
dove guardarsi protagonista, dove si vince e poi si scappa, perché –ovviamente-
la malinconia rende più saporita la minestra.
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