🕤🔔 1 Settembre, per la prima volta il mio lavoro di insegnante comincia in questa data di fine agosto, prima che le aule si affollino di ragazzi, studenti, giovani uomini e donne. Torno a scuola e potrebbe essere il luogo dove spenderò le mie energie i prossimi anni con continuità, finalmente una “casa” come quella che faticosamente sto costruendo un piccolo passo alla volta.
Penso ai ragazzi che vedrò, alcuni dei quali ri-vedrò, all’anno che ci aspetta, alla normalità da meritare e riprendersi con criterio, rispetto delle regole, buona volontà. Penso ai tanti colleghi, amici, docenti che ancora non sanno quale sarà il loro futuro ambiente di lavoro, e a chi il lavoro non lo trova, chi dal precariato fatica, lotta per uscire.
Sono giorni di festival, incontri dopo le vacanze, ritorni a casa, caldi annunci. Un’atmosfera che io trovo romantica ma che probabilmente è solo un’impressione della mia testa, pippe mentali, una traccia rossa come il tramonto su Fornaci. In un mercatino di libri una mano gentile mi ha allungato un volume autografato di Antonio Giuriolo, della sua biblioteca, a lui appartenuto, letto e studiato. Di questo Maestro, educatore senza cattedra, mi sono invaghito per riflesso, idealmente. Mi chiedo se ce ne siano oggi di maestri così, oggi che ricomincia la scuola. “Senza di lui non avevamo veramente senso” – diceva Meneghello – “eravamo solo un gruppo di studenti alla macchia, scrupolosi e malcontenti; con lui diventavamo tutt’altra cosa. Era un italiano in un senso in cui nessun altro nostro conoscente lo era; stando vicino a lui ci sentivamo entrare anche noi in questa tradizione.”
Anche io con questo suo libro voglio abbracciare la tradizione.
Mentre mi sto per collegare al primo Collegio Docenti mi sento come in un altro mondo, sospeso, che è poi una sensazione molto tipica della scuola in tempo di Covid - sospesi, giudizio sospeso, lezioni sospese -. Io sono intimamente nostalgico e quindi felice, perché settembre è il mese in cui tutto matura, come ci dice Cesare Pavese in questa poesia, "Grappa a settembre" che mette in luce il sole tiepido e dolce dell’estate che svanisce lentamente. 🌊🌲
Odori, colori e sapori sono concreti, si possono mangiare e bere, l’aria si beve come la grappa, le nuvole sono come polpe di frutta, anche le donne “maturano”. Lo abbiamo studiato in seconda, l'anno scorso, "le immagini i simboli del testo poetico". Qui la nebbia, il mattino, la grappa, le donne si inseguono e si intrecciano.
Buon anno a tutti!
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