Per il terzo anno trenta ragazzi da tutta Italia cammineranno per le strade di Vicenza e dei Colli Berici confrontandosi su scelte, volontariato, utilizzo del proprio tempo, Chiamata e politica.
Questo è un campo al quale teniamo molto: ovviamente perché l'abbiamo nel cuore, avendolo curato dall'inizio, pensato dal nulla con un po' di sana incoscienza e un certo orgoglio per la bellezza delle nostre strade.
Ma soprattutto per l'energia che danno i ragazzi, la speranza grande che ci trasmettono con i loro dubbi e con le incertezze che sono anche le nostre. Siamo fortunati: tanti vicentini questi giorni donano il loro tempo per aprire le porte e far conoscere le loro realtà di servizio. Il grande mondo del volontariato che in questa città opera continuamente, rispondendo all'esigenza di una comunità, impiegando il tempo con progettualità, competenza, gratuità: le caratteristiche del nostro "essere servitori", prima che "fare servizio".
E farlo insieme in un paesaggio così strano e umido.
I Colli Berici sono dietro a
Vicenza, a sud; con minuscole propaggini, come miniate, fanno vallette e
insenature. In una c’è un laghetto triste che si chiama Fimòn; al di là del
Laghetto si divaricano due versanti pelosi, come gambe distese. La
divaricazione è considerevole sotto alle ginocchia, e lì c’è il lago, come una antica urinata del monte; dalle
ginocchia in su il monte tiene le gambe più strette. La terra è cretosa, tutta
cosparsa di riccioli di castagne; ci sono alcune case isolate; la gente che vi
abita vive sempre in questo luogo, passa qui tutta la vita. Sono così poveri,
che non si capisce come riescano a campare: tutto ciò che si può dire è che
stanno in piedi, e quando aprono la bocca vien fuori la voce; mangiano anche,
cucinano, e ne danno anche a noi; ridono. […] –
Queste case non mi parevano edifici, ma modi di vivere; le corti tra i castani, e le viottole, e le stalle, e i sottoportici, tutto era mescolato alla povertà, era questa la forma della valle e della vita italiana.
Queste case non mi parevano edifici, ma modi di vivere; le corti tra i castani, e le viottole, e le stalle, e i sottoportici, tutto era mescolato alla povertà, era questa la forma della valle e della vita italiana.
(Luigi Meneghello, I piccoli maestri, BUR, pp. 202-203)
Grazie Giovanni! Esperienze preziose.. donate.. e per questo feconde cioè felici..
RispondiEliminaBuona strada!