Il protocollo di Kyoto festeggia il suo quarto compleanno. E non è un anniversario qualsiasi. Dal 16 febbraio 2005 più di 160 paesi sono formalmente impegnati a limitare i danni irreversibili che l’uomo sta procurando al suo stesso pianeta. Il trattato prevede l'obbligo in capo ai paesi industrializzati di operare una riduzione delle emissioni di elementi inquinanti (Co2 e altri gas serra), che stanno inesorabilmente surriscaldando la Terra. In Italia, purtroppo, questa problema resta colpevolmente al di fuori dei comizi elettorali di politici di destra come di sinistra, preferito a demagogici allarmi-sicurezza o a illusori tagli alle tasse. Secondo Performance Index (lo studio internazionale che valuta la qualità degli interventi per la riduzione dei gas serra nei Paesi industrializzati),il nostro paese è collocato al 44° posto sui 57 paesi a maggiori emissioni di CO2:siamo il paese europeo dove i gas serra sono cresciuti del 9,9%, nonostante il trattato internazione imponga un taglio del 6,5%. Ma, evidentemente, la questione climatica non è un problema nell’agenda dell’attuale governo italiano. Solo in questo modo si può spiegare la recente “crociata” di Silvio Berlusconi contro il Pacchetto Energia e Clima discusso con grande partecipazione allo scorso Consiglio Europeo.
Il nostro Presidente, portavoce delle alte preoccupazioni italiane sul denaro da spendere per modernizzare le industrie, si è scagliato contro degli obiettivi, definiti dalla Commissione europea nel marzo 2007, che prevedevano di ridurre entro il 2020 le emissioni di gas a effetto serra del 20% e contemporaneamente aumentare della stessa percentuale l’efficienza energetica e la quota di energia rinnovabile. Lo stesso Nicolas Sarkozy (centro-destra), presidente francese di turno nell’Unione, ha dichiarato come sia”irresponsabile e drammatico”opporsi al progetto. Infine, come spesso succede in Europa,si è arrivati a un ennesimo compromesso con i paesi che nelle ultime settimane avevano sollevato forti opposizioni, tra questi anche l'Italia alleatasi con i paesi più industrialmente arretrati dell’ex blocco sovietico e arrivata a minacciare persino di far saltare l'intero tavolo di trattativa. Ma abbiamo motivi per essere ottimisti. L’elezione di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti ci fa almeno sperare in una linea politica diversa, al contrario di Bush, il futuro inquilino della Casa Bianca intende infatti porre il clima in cima alla sua agenda politica: mettere fine entro 10 anni alla dipendenza dal petrolio, 10% di rinnovabili entro 4 anni, ridurre in 10 anni del 15% i consumi di elettricità.
Per questo è auspicabile che il successo di Obama rafforzi inevitabilmente la determinazione europea ad andare avanti, rendendo ancora più debole e isolato il tentativo italiano di bloccare tutto. E noi ragazzi e studenti,cosa possiamo fare?Di certo non possiamo discutere al Consiglio Europeo o influenzare la politica dei Grandi del mondo,ma nel nostro piccolo possiamo contribuire,ogni giorno, a migliorare e rispettare i nostri spazi,il nostro pianeta. Per il quinto anno consecutivo Caterpillar, il noto programma di Radio2, lancia per la giornata di oggi l’iniziativa”M'illumino di meno” ,una grande giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico. Ci viene chiesto di dimostrare che esiste un enorme, gratuito e sotto utilizzato giacimento di energia pulita: il risparmio. L'invito rivolto a tutti è quello di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili il 13 febbraio 2009 dalle ore 18.00 alle 19.30.Proviamoci. Buon risparmio a tutti.
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