Non
resisto alla tentazione di scriverlo: quali sono quei momenti che mi danno la
sensazione di stare bene, bene così, bene veramente. Li vivo quasi con fretta per
la voglia di appuntarli giù, di dirli a qualcuno.
E spiegargli che mi sento un re molte volte in una giornata, o meglio un pascià, che è una parola più strana, quasi esotica, e rende il mio essere contento quei momenti lì.
E spiegargli che mi sento un re molte volte in una giornata, o meglio un pascià, che è una parola più strana, quasi esotica, e rende il mio essere contento quei momenti lì.
È
stato scritto sul rumore della pioggia? Immagino sì, tanto, o almeno spero: che
lo abbiano fatto grandi poeti, o gente con le parole brava davvero.
Io
non conosco di nessuno.
Comunque
mi addormento con questo spettacolo che fa la pioggia, che la sento battere a
pochi passi dai miei piedi, dalla coperta, e dal libro nuovo proprio appena
iniziato che sa di nuovissimo: dentro ci ho messo i biglietti di un viaggio.
Entra
in camera C per fare entrare la luce , è prestissimo e forse è per
questo che glielo lascio fare: perché la cosa mi piace. Succede che fuori la
pioggia è diventata neve: è tutto bianco, freddo e nuovissimo. Il pensiero mi
sfiora ogni volta, ogni volta: anche se poi diventa una pappetta sporca, la
neve pulisce tutto sempre, e soprattutto porta dei pensieri che sono belli per
forza, cose belle. E non ci credo, a quelli che in città odiano la neve per
chissà quale motivo, motivi tristi mi dico, non possono pensarlo veramente: non
è vero che la odiano.
Tempo
di bere il thè, uscire per andare verso la mia biblioteca a piedi -che c’è la neve- ed ecco che ritorna ad
essere pioggia e che ti accorgi che è tutto grigissimo, forse la neve un po’ ha
pulito, ma sicuramente non c’è più il bianco. Allora mi viene anche il pensiero
che forse non ha nevicato, sono solo rincoglionito dal sonno e in
generale.
Tah!
Alla fermata del bus (la pioggia non è bella come la neve, per camminare) ci vedo
una macchina arrivare, col tetto bianchissimo di neve. Fuck you! Lo sapevo. E
chissà da dove veniva quell’auto: dalla montagna? O da qualche paesetto? Penso
a quello che si chiama Laghi perché mi fa ridere- O da Verona?
Credo sia bella Verona.
Credo sia bella Verona.
Comunque
ci sono molte cose importanti cavolo.
Non solo neve, pioggia, miele amore, cose così.
Non solo neve, pioggia, miele amore, cose così.
Nessuna
di queste la sento decisiva, ma importante, e necessaria, porca vacca, sì.
Mi
piace questo esercizio: di segnarmi le cose belle.
Me
le segno con la certezza di aver visto una cosa giusta.
C
mi sveglia e io so di indovinare le parole giuste, quali potrei o non potrei usare, e che
alcune già le ho dette.